VI Domenica di Avvento - Solennità dell'Incarnazione di Nostro Signore (colore liturgico morello). Parteciperà il Coro Amici Cantores.
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Pala Sforzesca |
L'Ingressa della Messa della Solennità è la celebre antifona "Videsne Elisabeh" - fra le più antiche del repertorio ambrosiano, tratta da un antico sticherio idiomele greco dell'ufficiatura di San Giovanni Battista - e così recita:
Videsne Elisabeth cum Dei Genitrice Maria disputantem: Quid ad me venisti, mater Domini mei? Si enim scirem, in tuum venirem occursum. Tu enim Regnatorem portas, et ego prophetam: tu legem dantem, et ego legem accipientem: tu Verbum, et ego vocem proclamantis adventum Salvatoris.
Non vedi forse Elisabetta che parla a Maria, Madre di Dio: perché sei venuta tu a me, madre del mio Signore? Se infatti l'avessi saputo, sarei accorsa io da te! Tu infatti rechi il Re, ed io il profeta: tu colui che dà la legge, ed io colui che la riceve: tu il Verbo ed io la voce che proclama l'avvento del Salvatore.
La Lettura Profetica della Solennità, tratta dai capp. 62 e 63 del Libro di Isaia, presenta una particolarità abbastanza rara: la pericope inizia infatti con un enigmatico versetto che non si trova nella Vulgata:
Si correxeris te, Jerusalem, et feceris exultationem super terram.
che si potrebbe tentare di tradurre:
Se tu ti convertirai, Gerusalemme, diventerai un vanto sulla terra.
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